venerdì 5 aprile 2013

SANSHIN, OKINAWA IN MUSICA



Se c’è un suono che porta al volo la mente a Okinawa è quello dello sanshin (三線, letteralmente ‘tre corde’), specie di banjo con la cassa di risonanza ricoperta da pelle di pitone. Di origine antica, sembra sia arrivato nell’ex Regno di Ryūkyū (Okinawa) dalla Cina, dove ancor oggi è estremamente popolare lo sanxian. Per una volta, però, questo influsso culturale non giunse a Okinawa direttamente dalla Cina (o da Taiwan), bensì dal Giappone. Arrivato nel XVI sec. al porto di Sakai, a Osaka, lo sanxian si evolse nel più grande shamisen (三味線), da cui poi si è sviluppato lo sanshin di Okinawa.







In Giappone lo sanshin è noto con il nome di jabisen (蛇皮線, corde di pelle di serpente) o jamisen (蛇三線, ‘serpente tre corde’). In origine, per ricoprire la cassa di risonanza, si utilizzava il pitone birmano, ma le leggi di protezione dell’ecosistema oggi lo proibirebbero, per cui si utilizza anche il più comune pitone Reticulatus o la vipera locale Habu. A causa di questo ‘ingrediente’ naturale l’esportazione dello sanshin è proibita in alcuni paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti.

 

 


Le tre corde, variabili in spessore, sono chiamate in ordine decrescente uujiru (男絃, corda ‘maschile’), nakajiru (中絃, corda intermedia), miijiru (女絃, corda ‘femminile’). Di solito sono bianche, ma nelle vicine isole Amami sono gialle e più fini, così da ottenere un suono più acuto di quello di Okinawa. Al posto del tradizionale plettro ricavato dal corno di bufalo d’acqua nelle Amami si usa un plettro ricavato dal bambù, mentre a Okinawa i musicisti meno tradizionalisti usano anche il semplice plettro da chitarra o l’unghia del dito indice, fatta crescere appositamente.

 




Nel Dopoguerra, quando Okinawa era poverissima, gli abitanti locali costruivano gli sanshin riciclando barattoli di latta per la conservazione di alimenti. Lo strumento così ottenuto si chiamava sanshin ‘kankara’. Oggi alcuni esemplari in latta sono costruiti per i turisti, venduti soprattutto nella galleria commerciale Heiwa-dōri. Visitare un negozio-laboratorio in cui si costruiscono veri sanshin, però, è un’esperienza unica e indimenticabile, una volta a Okinawa. Spesso capita che l’artigiano che li costruisce sia anche un ottimo musicista, di solito lieto di suonare qualche nota per il visitatore. Naha e i centri minori pullulano di piccoli negozi di questo genere, basta cercarli…




Begin, la musica dell’arcipelago
Nulla di meglio del gruppo Begin, originario dell’isola di Ishigaki, per ‘ascoltare’ Okinawa. Il simpatico cantante, Eishō Higa, coppola in testa e sanshin tra le mani, trascina le folle locali, a volte accompagnato anche da tamburi taiko. Tra le sue canzoni migliori: Sanshin no Hana e Shimanchu nu Takara.

 


 


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